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I vicoli di Los Angeles
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Mörrigån.
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Intorno a me c'erano solo il buio e qualcosa che strisciava nell'oscurità, non sapevo da quanto mi trovassi in quel luogo, ero terrorizzata e ogni volta che sentivo quella cosa aggirarsi intorno a me pregavo che quest'incubo finisse. Ad un certo punto, una luce di fronte a me parve risucchiarmi, non opposi resistenza e mi lasciai andare. Non importava dove.
La mia gola cercava aria, i miei polmoni si riempirono, sentivo il cuore battere... Aprii lentamente gli occhi e mi accorsi di essere viva... Avevo freddo, ero nuda. Vicino a me c'erano dei bidoni della spazzatura, cercai là qualcosa per coprirmi: un vecchio vestito mezzo logoro, rosso con dei fiori bianchi in stile hawaii. Lo indossai senza pensarci due volte e iniziai a vagare in cerca di... di me stessa! Non ricordavo chi ero, il buio dell'oltretomba aveva iniziato a dissolversi nella mia mente, come se fossi nata da poche ore. Chi ero? Da dove venivo? Non ne avevo idea.... -
.SPOILER (clicca per visualizzare)bellissimo ritorno
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Mörrigån.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Grazie. -
Søul¬.
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Continua dalla Hall - Hotel Hyperion 
Uscii dall'albergo cominciando a camminare per le vie della città raggiungendo i vicoli più tetri dove, sicuramente, avrei trovato qualche vampiro o mezzo demone alla quale tirare via informazioni. Tenevo le mani in tasca sebbene però fossi pronto a tirare fuori il mio coltello in caso di lotta.
Stavo camminando da qualche minuto in un vicolo che mi era familiare quando la vidi...Rimasi sconvolto. La figura di Darla camminava per la stretta strada con aria confusionale e l'abito che indossava non risaltava per niente i suoi gusti.
Darla...Darla!
La chiamai avvicinandomi. Per quanto fossi sorpreso ero comunque all'erta, poteva essere un tiro mancino della Wolfram & Hart per tenermi fuori dai giochi. Dovevo agire con prudenza.. -
Mörrigån.
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Mi guardavo intorno in cerca di qualcosa che mi aiutasse a capire chi ero, da dove venivo. Qualche indizio che mi facesse capire come ero finita in quel vicolo e perché. I miei piedi erano nudi, esposti ai frammenti di vetro e ai piccoli sassi che ricoprivano l'asfalto. Vagavo in cerca di risposte alle mille domande che si affacciavano alla mia mente finché un uomo, che non riconobbi, mi chiamò "Darla".
- Sono io Darla? Tu mi conosci? -
Poteva essere sciocco e molto imprudente da parte mia dare confidenza a un uomo che non ricordavo di conoscere eppure c'era una parte di me che mi suggeriva che lui non mi avrebbe fatto del male. Avevo bisogno di aggrapparmi ad ogni appiglio per non impazzire.... -
Søul¬.
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La guardai. Era ridotta male, sentivo l'odore del sangue sul suo corpo e, abbassando il viso, notai che aveva i piedi leggermente lordi di sangue e ricoperti da qualche scheggia di vetro. Rimasi quasi sbalordito nel guardarla mentre l'aiutavo a sorreggersi in piedi.
Si... Ti conosco, tu ti chiami Darla ed io...
Mi interruppi. Sentivo qualcosa... Qualcosa provenire dal suo petto. Il battito del suo cuore. Solo allora mi accorsi che era viva, di nuovo umana. Ma mi chiesi se effettivamente fosse un trucco o meno della Wolfram & Hart, ma anche se lo era non potevo tenerla alla mercé dei demoni o dei malviventi.
.. Sono un tuo amico, chiamami Angel
Conclusi la frase per poi aiutarla a sorreggersi fissandola negli occhi.
E' meglio che ti porti in un posto sicuro... Hai bisogno di... Una doccia. -
Mörrigån.
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Fidarmi di quest'uomo che diceva di conoscermi oppure no? Era un bel dilemma ma il fatto che mi stesse sorreggendo invece di tentare di farmi del male forse è un buon inizio. Darla... perché non riuscivo a sentirlo mio questo nome?
- Angel... Chi sono io? Da quanto mi conosci? Io... -
Non terminai la frase ma mi tenni la fronte con una mano, mi sentivo strana e avevo perduto persino il ricordo del buio in cui si trovava la mia anima fino a poco fa.
- Sai che cosa mi è accaduto? Io non so che cosa ci faccio in questo vicolo... eppure mi è familiare, come se qui fosse avvenuto qualcosa di importante per me... -
Mi aggrappai a lui ed annuii. I miei piedi erano feriti e in effetti mi accorsi di essermi anche sporcata nel cercare qualcosa da indossare tra i rifiuti.
- Sì... credo di averne proprio bisogno.-. -
Søul¬.
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Ci conosciamo da molto tempo, Darla...
La strinsi a me aiutandola a sorreggersi in piedi mentre l'aiutai a camminare nel tentativo di non farle calpestare altri vetri rotti, alla fine arrivammo ad una panchina dove la feci sedere.
Siediti qui...
Sussurrai per poi sedermi accanto a lei, la guardai intensamente negli occhi. Come potevo spiegarle come mai si trovava li? Come potevo dirle la verità, ma forse accennarle qualcosa non avrebbe aggravato la situazione.
Mi crederai pazzo ma.. Devi ascoltarmi ok?. -
Mörrigån.
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Appoggiai la testa sulla sua spalla mentre mi aiutava ad arrivare fino ad una panchina, in qualche modo sentivo di potermi fidare di lui. I piedi mi facevano male, ma era la confusione nella mia mente la cosa peggiore di quella notte che sembrava essere la prima della mia vita.
- Stai parlando con una donna senza memoria che vagava nuda nella notte e che ha cercato un vestito tra i rifiuti.. Qualunque cosa mi dirai, non ti crederò pazzo. -
Ovviamente non avevi idea se questa mia affermazione sarebbe stata vera, però avrei cercato di credergli... Nei limiti del possibile.. -
Søul¬.
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La guardai, alzai appena le sopracciglia quando affermò che si era ritrovata nuda. Questo spiegava il vestito che aveva indosso, ma sorvolai quei dettagli lieto che mi avesse compreso.
Va bene
Sospirai, come se potessi farlo per poi cominciare a parlare.
Tu.. Eri una vampira Darla, la mia creatrice... Siamo stati insieme per 150 anni finchè non mi fu imposta l'anima.. Io ti ho uccisa anni fa ma uno studio malvagio ti aveva riportata in vita... Per usarti contro di me, eri umana ma stavi morendo.. Cosi sei stata di nuovo trasformata in vampira, siamo stati insieme... Una.. Una notte e per una profezia sei rimasta incita... Quando mi hai chiesto aiuto.. Ci siamo ritrovati un cacciatore decaduto alle calcagna e tu... Tu ti sei impalettata in questo vicolo per far nascere Connor
Spiegai interrompendomi ogni tanto per poi fissare l'ex vampira, temendo in qualche modo ad una sua brutta reazione. Misi le mani sul suo viso obbligandola a fissarmi.
Ma ora sei viva... Non sò perchè, ma lo scoprirò... Ora è meglio muoverci. -
Mörrigån.
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Scossi la testa nervosamente, quello che diceva era assurdo! Mi aveva avvisata che lo avrei creduto un pazzo e in effetti era proprio quello che stavo pensando in quel momento... Però, il fatto che me lo avesse anticipato mi faceva presupporre che ci fosse del vero nelle sue parole.
- Non è possibile! E'... Assurdo.-
Connor... quel nome mi suonava familiare, però avevo il vago ricordo di un giovane uomo un po' folle. Iniziavo a credere alle parole di Angel e forse questa era la prova che ero pazza pure io.
- Mio figlio... Connor è mio figlio? Dov'è adesso? -
Se c'era qualcosa di vero nelle sue parole, forse Connor era proprio la prova di cui avevo bisogno per credergli. Lo fissai tenendo le sue mani fra le mie mentre le teneva sul mio viso per costringermi a guardarlo.
- Dove andiamo? Come faccio a sapere che posso fidarmi di te? Hai detto di avermi uccisa una volta... -. -
Søul¬.
User deleted
La fissai attentamente, in un primo momento mi parve di capire che non mi credeva. Ma forse ero riuscito a convincerla quando avevo nominato Connor, forse c'era speranza che ricordasse tutto il resto. Sorrisi debolmente quando mi chiese dove si trovava nostro figlio.
Lui.. vive una vita normale ora, ma spesso viene a farmi visita. E' qui a Los Angeles
Confermai per poi aiutarla ad alzarsi continuando a sorreggerla. Mi ero dimenticato quanto fosse piacevole la fragranza del suo odore, il profumo dei suoi capelli e quanto fosse travolgente la sua bellezza eterea.
Andiamo a casa, Darla
Mi limitai a dire per poi sorridere leggermente.
Ti avevo ucciso... E' vero, ma perchè ero troppo sconsiderato e perchè... Tu eri un pericolo
Spiegai debolmente per poi aiutarla a camminare lungo il vicolo per poi condurla lentamente verso l'Hyperion.
Continua in Hotel Hyperion - Hall. -
Mörrigån.
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Volevo concedergli il beneficio del dubbio, non riuscivo a togliermi dalla mente questa sensazione di conoscerlo e di aver provato un qualche legame particolare con lui...
- Casa... -
Ripetei piano questa parola che aveva un sapore strano, come se effettivamente non riuscissi a collegare questa parola a un luogo preciso.
- D'accordo... portami a casa. -
Mi appoggiai con la testa alla sua spalla, lasciando che mi sorreggesse mentre andavamo verso un edificio alto e dall'aspetto un po' retrò.
Continua in Hall - Hotel Hyperion. -
bennieth.
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Continua da - Hall - Hotel Hyperion
Uscii per strada e mi avviai subito verso la vecchia zona industriale; armata di paletto e pugnale, come sempre ben nascosti per non destar sospetto; mentre attraversavo i vicoli più stretti e bui della città....
Spike era dietro di me; poco distante e mi stava raggiungendo ed io mi feci raggiungere senza troppi problemi.....
